Jef Bourgeau è un fotografo, pittore e artista concettuale americano di Detroit.



E’ un pioniere dell’arte digitale e ha esposto in gallerie e musei, da New York a Tokyo. Oltre a essere un artista rinomato, è anche un curatore innovativo e il direttore fondatore del Museum of New Art (MONA) di Detroit e co-fondatore del Detroit Center for Contemporary Photography.



Non ha mai terminato gli studi e soffre di dislessia anche se non gli è mai stata diagnosticata. Ha trascorso gli anni dell’adolescenza lavorando in una fabbrica di scatole nella sua città, Detroit. Durante quel periodo, utilizzando i materiali a portata di mano, ha iniziato a realizzare e sperimentare diverse fotocamere stenopeiche. I primi lavori di queste rudimentali macchine fotografiche si sono trasformati in fotografie e dipinti scuri e malinconici.






Da quando ha iniziato a esporre nei primi anni Novanta ha suscitato polemiche. La sua pratica, che alcuni considerano una provocazione contro il mondo dell’arte stesso, implica essenzialmente la rielaborazione dell’arte e degli artisti, sia immaginari che reali.





Le use opere sono considerate rivoluzionarie e provocatorie, spesso censurate, sono lavori che giocano sulla relazione tra immagini iconiche e materiali irriverenti, che insieme formano un nuovo contesto spesso attingendo a controversie attuali.





Artista poliedrico si è dedicato alla pittura, all’arte digitale e alla fotografie, ha realizzato opere figurative e astratte, la tecnologia è stata importante per agire come un filtro per sezionare e ricostruire immagini casuali o banali selezionate non solo dal mondo dell’arte, ma da fonti così diverse come cataloghi di mercato di massa, pubblicità, cinema e Internet. Isolando e svuotando queste rappresentazioni usa e getta e comuni, gli ha dato una nuova essenza e un nuovo significato.



L’arte è usata come filtro di mediazione, quello che si vuole dissipare sono i miti modernisti dell’originale, dell’originalità e della libertà artistica assoluta contro la merce degli oggetti d’arte.





“Sarebbe difficile pensare a un artista americano più in sintonia con l’attuale momento culturale. Le tele di Jef Bourgeau sono grandi, smussate, con delicati frammenti di colore e geometrie vertiginose. Questi dipinti trompe l’oeil cibernetici rigenerano il DNA dell’arte astratta in una sorta di vertigine frizzante mescolata a ipnotica fantasticheria.” Jerry Saltz, Critico d’arte e vincitore del premio Pulitzer






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